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Buon compleanno a John McEnroe, l’artista del tennis che ha segnato un’epoca-

“La sensazione estetica può diventare una scienza e l’originalità essere coltivata come una disciplina” aforisma di uno di dei più grandi poeti che l’umanità abbia mai conosciuto: il portoghese Fernando Pessoa. Una massima che viene perfettamente personificata da chi ha fatto del gusto estetico, della gestualità elegante, della caratterizzazione diversificata di una personalità esondante; ragioni di vita. Venerdì 16 febbraio 2024 si festeggiano, infatti, i 65 anni di colui che più di chiunque altro bipede senziente con una racchetta in mano ha dato lustro alla bellezza, alla classe, ma allo stesso momento all’irrequietezza indomita di un genio ribelle: The Genius, meglio conosciuto come John McEnroe. Mancino, classe 1959, nativo di Wiesbaden in Germania, figlio di un militare statunitense di origini irlandesi che quando John venne alla luce era di stanza in una base della parte Ovest del territorio tedesco al tempo in cui il Muro di Berlino era ancora intatto. Successivamente, compiuto un anno di vita, la famiglia si trasferì nel distretto newyorchese del Queen’ s dopo che il padre abbandonò la United States Air Force per cambiare vita cominciando a lavorare in un’agenzia pubblicitaria. E’ stato numero 1 del mondo (lo è stato anche in doppio nel 1983) per quattro stagioni consecutive, dal 1981 al 1984, ha trionfato in tre prove dello Slam per un totale di 17 titoli Major tra singolare, doppio e doppio misto: 7 gli allori nel singolo, 3 Wimbledon (1981, 1983, 1984) e 4 US Open (1979, 1980, 1981, 1984) a cui vanno aggiunte una finale al Roland Garros (1984, celeberrima sconfitta subita in rimonta dopo aver vinto i primi due set per mano del Terminator ceco, mitigata solo parzialmente da ‘The Stupid Lady‘) e una semifinale in Australia nel 1983, 9 nella disciplina del doppio maschile – il suo storico compagno Peter Fleming, con cui conquistò 58 dei suoi 79 tornei di doppio, una volta disse: “La miglior coppia del mondo è quella composta da John McEnroe e… un altro” – con 5 successi sull’erba londinese e 4 a Flushing Meadows più un’affermazione nel doppio misto sulla terra parigina (nel 1977) in coppia con la connazionale Mary Carillo. E’ inoltre l’unico tennista uomo dell’Era Open ad aver sollevato oltre 70 trofei sia in singolare (77) che in doppio (79), detenendo pertanto il record per il tennis maschile Open per numero combinato di titoli tra le varie discipline (162). E se tutto ciò non fosse già abbastanza, è necessario ricordare che McEnroe abbia anche vinto 5 volte la Coppa Davis (1978, 1979, 1981, 1982 e 1992). Grazie alla sua straordinaria carriera, ma soprattutto alla sua eccezionale capacità nel travalicare i confini del mero gioco mediante accese e storiche rivalità con altre leggende indiscusse come Bjorn Borg, Jimmy Connors e Ivan Lendl, nel 1999 entrò a far parte dell’International Tennis Hall of Fame. Dopo essersi ritirato, oltre ad aver ricoperto il ruolo di capitano della nazionale statunitense per un solo anno (’99) e intrapreso brevi e deludenti esperienze da coach (Becker e Raonic, quest’ultimo seguito assieme a Riccardo Piatti e Carlos Moya), si è reinventato nelle vesti di apprezzato commentatore televisivo: collaborando con le emittenti più prestigiose del Pianeta, NBC, CBC, BBC, ESPN, Eurosport. Negli ultimi anni, poi, un nuovo ruolo che l’ha reso nuovamente molto popolare: il capitanato del Team World in Laver Cup, che ha condotto al trionfo nelle ultime due edizioni dopo i 5 KO consecutivi patiti dal 2017 al 2021. “Se fossi un po’ più gay di quel che sono, mi farebbe piacere essere accarezzato dalla volée di McEnroe“, “Sarei disposto ad avere 37 e 2 tutta la vita in cambio della seconda di servizio di McEnroe” Gianni Clerici e Beppe Viola, non serve aggiungere altro. Auguroni John, tutta la redazione di Ubitennis ti dedica “Happy Birthday to You” di Patty Hill, sognando un nuovo giro in sella alla motocicletta del Direttore seguendo l’Arno sul magnifico Ponte Vecchio di Firenze. ...

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